Andersen’s Solitude
Il musical
Testo e delle liriche di Fabrizio Romagnoli – Musiche di Claudio Santomauro
La necessità di essere una lezione di vita per l’oggi, il domani, il sempre!
Sinossi
Ho pensato di scrivere uno spettacolo su Hans Christian Andersen perché in pochi sanno che ha avuto un’infanzia molto difficile e di grande solitudine con un padre calzolaio convinto di essere un grande poeta e una madre alcolizzata che incolpava il marito per il fallimento della loro vita coniugale. Crescendo, Andersen, era solito passare i pomeriggi isolato nella sua cameretta per immergersi nei mondi immaginari che creava con l’ausilio del suo fedele teatrino. Andersen era triste, solitario, troppo alto, troppo magro… un diverso! Andersen era solo ma nella sua mente, nel suo mondo, c’erano tante storie, tante fiabe, tanti personaggi che lo capivano e gli tenevano compagnia.
Andersen’s solitude, la solitudine di Andersen, è un musical farcito di situazioni comiche, ironiche, sarcastiche, dissacratorie, assurde e paradossali con liriche che enfatizzano l’universalità delle fiabe attraverso musiche originali capaci di creare atmosfere uniche e singolari. Sette performer prestati in toto alla necessità artistica di uno spettacolo che urla attenzione, passione, vita e amore dell’essere umano che “nasce solo e muore solo”.
Una solitudine che diventa il vivere comune in un mondo troppo concentrato sul singolo, sulla persona e non più sull’insieme, sulla comunità, sulla necessità di comunicare con il prossimo.
Un musical in due atti e sette quadri che richiede ai componenti del cast una grande duttilità interpretativa sia nel canto che nella recitazione perché le situazioni cambiano repentinamente da un quadro all’altro nel rispetto della necessita emotiva dettata dai personaggi che agiscono nelle relative scene di teatro contemporaneo.
Un viaggio. Un percorso. La sua vita. Il nostro mondo. Dalla prima all’ultima riga scritta da Andersen ci si ritrova in un mondo dove vive il “per sempre”, dove il tempo, non ha un tempo ma dura per l’eternità!
Le confidenze dell’autore
Il musical “La solitudine di Andersen” ha l’intento e la necessità di essere una lezione di vita per l’oggi, il domani, il sempre! La diversità, l’incognita del futuro, la morale che insegna, apre l’anima e ne dilania le profondità attraverso le ferite vissute, ricevute e/o provocate.
L’essere quell’uno, nessuno e centomila tanto urlato anche da Pirandello, non può che stimolare e accelerare quel dialogo di ricerca che l’essere umano tanto brama di instaurare con se stesso, conscio delle difficoltà e paure intrise nel tanto voluto ma sempre evitato percorso.
Hans Christian Andersen, un uomo che solo al mondo, con mille e più sfaccettature sentite, percepite e non vissute, funge da ispirazione ad un musical che ci invita a viaggiare nei meandri dell’anima dell’essere umano.
Un viaggio attraverso quella diversità che unisce le persone sole, che conforta le anime disperate, che sicuramente tormenta ma fa assolutamente crescere ogni singolo individuo.
Le morali intrinseche nelle fiabe di Andersen sono state e saranno sempre contemporanee e hanno insegnato e insegneranno sempre qualcosa in più a tutti, anche a quelli che si ostineranno a dire che non c’è più niente da imparare.
La vita e i suoi risvolti sono immensi e non è mai tardi per iniziare a riflettere sulla nostra esistenza.